venerdì 17 aprile 2015

Che cosa è il TTIP? E perché va fermato?

Alla viglia della giornata di mobilitazione europea contro il TTIP vorrei spiegare per quali motivi secondo me è opportuno opporsi a questo trattato. Intanto vediamo di che cosa si tratta: il TTIP è un trattato di liberalizzazione commerciale fatto con l’obiettivo di abbattere dazi e dogane tra Europa e Stati Uniti rendendo il commercio fra essi più semplice. Apparentemente può sembrare quasi un elemento positivo, ma così non è: si creerebbe infatti un mercato privilegiato fra Europa e USA le cui regole non verranno più determinate dai nostri Governi eletti "democraticamente", ma saranno decise invece da organismi tecnici sovranazionali che risponderanno prevalentemente alle esigenze delle grandi multinazionali.
In poche parole saranno stabiliti degli standard da rispettare che ad esempio penalizzerebbero le piccole aziende, magari specializzate in prodotti tipici e di qualità, le quali non avrebbero la possibilità economica di uniformarsi alle regole decide a tavolino dalle grandi lobby.
Al contrario saranno ovviamente tutelate e favorite le multinazionali, che avranno anche degli organismi tecnici pronte a difenderle: un meccanismo di protezione degli investimenti (Investor-State Dispute Settlement – ISDS) consentirebbe alle imprese europee o USA di citare in giudizio i governi qualora introducessero normative, anche positive per i propri cittadini, che però ledono i loro interessi. In pratica le grandi aziende citerebbero gli Stati in tribunale, ma queste cause non sarebbero giudicate dalla giustizia ordinaria (cosa già possibile oggi), ma invece da un insieme di giuristi che giudicherebbero solo sulla base del trattato stesso se uno Stato, magari introducendo una regola a salvaguardia del clima o della salute, sta creando un danno a un’impresa. Se venisse trovato colpevole, quello stato, regione o comune, potrebbe essere costretto a ritirare il provvedimento o a indennizzare l’impresa, con costi elevatissimi per la comunità.
Il rischio economico è poi anche quello di ritrovarci invasi da prodotti USA a prezzi stracciati che porterebbero danni all'economia e all'occupazione, molto più ingenti dei presunti guadagni. Così come la possibilità che per uniformarsi agli standard economici previsti dal trattato, le aziende prendano la palla al balzo per ridurre ulteriormente diritti e stipendi di chi lavora.
Tutto questo scenario non è ineluttabile, ma ancora possibile fermarlo. Infatti spetta all'Unione Europea, in quanto una delle due parti, stipularlo in maniera definitiva. Come sappiamo essa è formata da 27 stati, i cui cittadini pian piano si stanno informando sul contenuto di questo trattato e stanno formando, anche assieme al alcune istituzioni locali. una massa critica per fare pressione sui rispettivi governi affinché si oppongano a questo accordo. Prima che sia troppo tardi. La giornata europea di mobilitazione del 18 aprile è un passo in questa direzione...

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